TORTORETO – Il “Toga party“ che ha animato la notte di Ferragosto tortoretana rischia di animare anche la vita politica della cittadina costiera, all’indomani delle 11 denunce piovute su organizzatori e staff per aver organizzato in sostanza una festa pubblica in un luogo privato non autorizzato. Politica perchè il marito della proprietaria della villa è il consigliere comunale Antonio Di Giovanni ed è ovvio che le polemiche, soprattutto per il pulpito dal quale arriva la… ‘trasgressione’ si trasferiscono a palazzao di Città. Ma quel che resta più attuale è la vicenda giudiziaria. Di Giovanni, noto medico tortoretano, oggi interviene per precisare che il party era assolutamente privato e che la grande partecipazione – oltre 600 presenti – è dovuta al fatto che la tradizione ventennale dell’iniziativa ha portato nel corso degli anni e con l’avvento dei social network che hanno diffuso il passa parola in maniera esponenziale. I ragazzi, quindicenni negli anni ’90 quando questa tradizione è stata avviata – spiega Di Giovanni – decisero di trascorrere la notte di Ferragosto non sulla spiaggia e accanto a un fuoco, dove spesso si verificano episodi spiacevoli, bensì al riparo da rischi e danni in un giardino di 2mila metri quadrati. Mai è stato venduto alcun biglietto di ingresso, sottolinea il consigliere comunale, e i giovani fanno raccolta di autofinanziamento per coprire i semplici costi, fra cui anche quelli per la Siae che quest’anno ha riscosso 1.300 euro. «Molte ville sono luogo di ritrovo fra amici e conoscenti, anche molto numerosi, in particolari occasioni e per i più svariati motivi – dice Di Giovanni -; in tali circostanze non mi sembra che i proprietari chiedano cambiamenti di destinazione d’uso né tantomeno autorizzazioni alla somministrazione di alimenti e bevande e/o licenze di pubblico spettacolo. Ad onor del vero, per il profondo rispetto che nutro per il ruolo pubblico da me rivestito, mi sono personalmente interessato, come peraltro ho sempre fatto, presso gli organi di sicurezza del comune, chiedendo informazioni, nello specifico, al Comandante della Polizia Municipale e al Comando dei Carabinieri del luogo, e così mettendoli a conoscenza che anche quest’anno, come ogni anno, si sarebbe svolta questa festa privata. Ho anche chiesto loro, una volta spiegato come si sarebbe svolto il “ party”, se fosse stato necessario inoltrare richieste e comunicazioni particolari, quest’anno, come gli altri anni, mi è stato risposto che non erano dovute e necessarie in quanto l’accesso non era pubblico».
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